Crediti : Psicologia FLY - Dott. Mauro Lucchetta

Negli Esports la Preparazione Mentale è Indispensabile per Vincere.
l'Allenamento Mentale - Mental Training - nello Sport, negli Esports/Progaming e nella Vita di tutti i giorni.
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5 Motivi per cui è Indispensabile

Il terreno più fertile, in questo decennio, per quanto riguarda la preparazione mentale è e sarà il pro gaming.
Pensateci bene: gli eSports non sono uno sport fisico; in realtà, c’è un aspetto corporeo che è molto importante ed è quello legato ai riflessi, ma di fatto l’elemento mentale è preponderante rispetto a quello fisico, corporeo.

Spesso si crede che la preparazione mentale nell'ambito del pro gaming sia solo legata ad un aspetto motivazionale e di attenzione; in realtà, adesso ti elencherò alcuni aspetti che spesso vengono sottovalutati ma che sono critici, a mio parere, se vuoi diventare tu stesso un pro player.

Uno: ma quanti siete?

Forse non vi rendete conto, vuol dire avere a che fare contro avversari che sono milioni. Per essere un pro, innanzitutto devi confrontarti contro un muro invalicabile e quelli che tu vedi essere gli attuali campioni sono veramente dei campioni, sono persone forti.

Solo per quello bisognerebbe avere rispetto e quindi di fatto un livello talmente elevato in cui non puoi sottovalutare nessun tipo di aspetto.
Ci vuole un'elevata capacità di autoanalisi, di riconoscimento dei propri limiti e anche una osservazione attenta di quelle che sono le meccaniche in game, ma anche relazionali, all'interno di un team.
Avere a che fare con questa barriera ovviamente ti mette in difficoltà anche da un punto di vista della gestione, della tua motivazione, della tua volontà di insistere in un qualcosa che verosimilmente non saprai mai se ti darà un vero sbocco, sia da un punto di vista economico - e siamo abbastanza indietro su questa in Italia - ma anche da un punto di vista proprio dei risultati. Soprattutto quando le sconfitte saranno la normalità.
Andare oltre quando è necessario e investire ancora di più in quella che è la tua passione.
Ovviamente, non puoi dedicare tutto il suo tempo al gaming ma allo stesso tempo devi impegnarti, se vuoi cercare di essere competitivo. Valuta bene il rapporto tempo/benefici.

Due: la gestione del fatalismo e della sfiga

Questo è un limite che vedo in tantissimi pro player anche di successo: quando qualcosa non va bene è perché il fato, la sfiga, il destino ha deciso così, quindi in quel caso può essere il lag, magari se non è il lag è un problema legato al controller, se non è il controller mi si è spento lo schermo, [etc.]
Insomma, spesso e volentieri ho avuto a che fare con dei pro gamer anche molto bravi, che però sono vittime di questa forma di fatalismo che praticamente li limita e gli impedisce di migliorare nel tempo.
Questo poi porta tutta una serie di conseguenze, come in classici rage quit, come delle esternazioni eccessive in caso di sconfitta, che in realtà vanno a limitare le capacità di apprendimento.
Il nostro cervello si chiude come una saracinesca.

Tre: La gestione della rabbia è un altro elemento molto importante.

Conseguenza naturale della sfiga è l'incapacità di accettare quindi la sconfitta, che viene manifestata attraverso la rabbia.
Il problema della rabbia è che ti impedisce di essere creativo: quando tu ti arrabbi, smetti di apprendere. Chi smette di apprendere, chiaramente non può andare da nessuna parte e quindi questo diventa un loop negativo che ti porta a performare sempre peggio.
La capacità di riconoscere se stessi, i propri tratti, anche da un punto di vista emotivo, la capacità di riconoscere le situazioni esterne e interne, è quello che ti aiuta nei momenti di difficoltà in gara a non sbroccare.
Il problema del pro gamer è che, spesso e volentieri, si trova un passo dal choking anche quando potrebbe tranquillamente ottenere un successo.

Quattro: la gestione dei ruoli nel team.

Senza troppi giri di parole, un team è un team di lavoro, quindi ognuno deve avere dei compiti e dei ruoli specifici.
Se c'è confusione, se c'è chi fa di testa sua, se c'è chi non è in grado di rispettare quelle che sono le dinamiche, anche relazionali, al suo interno, è chiaro che il team si sfascia

Basta un solo elemento, un solo elemento che crei difficoltà e il team si sfascia. Lo vediamo come nel pro gaming, chiaramente, questo determini poi dei continui stravolgimenti nel roster. Si può anche comprendere un certo ricambio - perché l'abbiamo detto, sono talmente tanti i potenziali pro player che è chiaro che da qualche parte, magari, qualcuno più forte di te o dell'altro esiste - però semplicemente mettere insieme delle schegge impazzite non è un meccanismo che permette a un team di funzionare.
Questo mai! È indispensabile che ci sia un ordine di fondo, un ordine che, considerando la distanza che spesso hanno i giocatori all'interno dei team - la distanza proprio fisica - non si riesce a creare in maniera naturale.

Cinque: La gestione della comunicazione e delle relazioni.

Si tratta di relazioni a distanza: sono giocatori che si incontrano online e che poi formano un team.

Questo vuol dire che la comunicazione, in prevalenza, è digitale, attraverso le chat, però chiaramente non ha mai quel livello di qualità che può raggiungere dal vivo.
Ho visto dei ragazzi scannarsi on-line, per poi essere incredibili amiconi nel momento in cui ci si ritrova fisicamente nello stesso posto.
È importante quindi comprendere la natura, spesso ambigua, del messaggio testuale o semplicemente del messaggio acustico. La comunicazione, spesso e volentieri, si basa su tutto un non-verbale, che non riusciamo a vedere nel momento in cui giochiamo online con i nostri compagni di squadra; questo viene relegato a una persona esterna che gestisca questo tipo di relazioni.

Altrettanto importante, poi, è la comunicazione attraverso i social. Ragazzi, qua siamo veramente nel devasto più totale. Io, ad alcuni giocatori, ho provato anche a proibire l'utilizzo dei social network, perché so che il mondo sta lì e che spesso sia necessario, se non indispensabile, commentare o ri-commentare cose che vengono dette da altri player o da voi stessi, però rendetevi conto che questo alla fine rischia di diventare semplicemente una balena.

Se volete essere dei veri professionisti o comportarvi come dei professionisti, dovete imparare a gestire anche questo aspetto legato ai social, perché è vero che magari certi campioni, anche in Italia, si lasciano andare a commenti memorabili ed eccessivi, ma è altrettanto vero che il vostro riferimento non può essere semplicemente l'Italia, ma deve essere il contesto mondiale.

Quindi, se io voglio ottenere credibilità devo anche essere una persona credibile nelle mie manifestazioni e devo anche essere in grado di accettare le altrui versioni e opinioni di quello che mi accade.
Questo lo fai per te stesso, in realtà, per cercare di creare la tua testa da vincente.
Altre attività su cui la preparazione mentale può intervenire riguardano altri aspetti un pochino più noti, come ad esempio i riflessi, per cui capita spesso e volentieri che abbondiate con queste bevande ricche di caffeina - e qui mi sto giocando tutte le collaborazioni con i produttori di energy drink - quando magari potreste berne anche di meno e fare piuttosto delle attività che aiutino a migliorare, prima della partita, il livello dei vostri riflessi.

Poi ovviamente c'è l'attenzione, quindi la capacità di focalizzarvi su un singolo elemento. So che alcuni player hanno commentato positivamente dei video che ho fatto sulla concentrazione: ecco, ti rimando a quelli.
E poi, chiaramente, aspetti legati alla sfera emotiva, cioè al fatto di emozionarsi, di aver paura, di sentirsi in difficoltà, di subire il confronto con l'avversario. Ricordo che quando avevo 17 anni o giù di lì, le emozioni di partecipare a un campionato nazionale di un videogioco erano qualcosa che comunque sentivo molto forti, avevano un peso enorme su quella che poteva essere la performance.

Emozioni che sentivo io perché ero un ragazzino abbastanza sensibile, ma in realtà mi rendo conto che le vivono anche quei giocatori che si presentano molto duri e molto determinati ma in realtà, sotto sotto, la subiscono la partita. Anche quelli più spacconi.

Riesco a capire quanto possa essere importante, in questo momento della vostra vita, essere dei giocatori riconosciuti e stimati. Bene, direi che con questo è tutto.
Mi sono riproposto, nell'arco di quest'anno, di fare più video sulla preparazione mentale nel gaming e di trovare più modalità di contatto con i giocatori.
Ovviamente, per farlo ho bisogno anche del vostro supporto, quindi cercate di condividere questo video, di commentarlo, di fare in modo che comunque diventi una prassi comune una discussione sulla preparazione mentale nel gaming. Con questo vi saluto, ci vediamo al prossimo video.

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